Tutti al Sigrid Undset Club
Di Tatiana Pellegri-Bellicini
Alla fine di giugno sono in atto le riprese del film “Al Sigrid Undset Club”, seconda parte del progetto Sigrid Undset, per una reale parità nella vita professionale. Uno strumento didattico che verrà utilizzato nelle scuole, all’interno delle aziende e nei differenti seminari per divulgare la problematica delle pari opportunità.
Una produzione video finanziata dall’Ufficio federale dell’Uguaglianza, che abbiamo cercato di rendere divertente e accattivante, che sarà diffusa sul canale televisivo di TeleTicino e che proporremo ad alcuni festival.
Da giugno a inizio agosto, abbiamo realizzato tutte
le riprese esterne, smontando e rimontando migliaia di volte il set del film.
Abbiamo girato delle riprese al quartiere Maghetti,
nella piscina del Parco Maraini, nell’entrata di
un lussuoso palazzo di Lugano, in una villa dall’arredamento ricercato ai
Tre Pini. Siamo stati ospitati allo zoo di Magliaso,
dove tutti sono stati pazienti ed accoglienti, a parte una delle leonesse
che ha cercato di mangiarsi la telecamera. Il nostro cameraman-regista, è
riuscito a filmare con le gambe a penzoloni, da un
elicottero, una piccola decappottabile giallissima che scendeva dalla Nufenen, inseguita
per la gioia di tutti, da un trike (guidato da due turisti germanici, che passavo, per
caso evidentemente). Nei nostri uffici abbiamo traslocato e smontato i mobili,
i quadri, i tappeti, più e più volte. La ciliegina sulla torta è stata una
ripresa effettuata dalla finestra, ma non dall’interno, evidentemente. Per
filmare gli uffici dall’esterno una telecamera con relativo cameraman è stata
sistemata sul carrello elevatore che serve per sistemare la merce nel Catidépo, munito di ombrello perché
c’era un sole cocente.
Nella
seconda parte delle riprese il salone di Caritas è stato trasformato nel Sigrid
Undset Club, drappeggi neri alle pareti, bigliardo,
cybercafé, salottini e un bancone con luci e tanto
di macchina per il caffè. Tutte le doti umane sono state valorizzate, compresa
la pazienza, ogni persona che sapeva costruire, smontare rimontare è stata
mobilitata. Un nostro prezioso collaboratore, che per l’occasione è
stato ribattezzato Eta Beta, ha costruito un trapezio che serviva per
saltare in un buco, una sorta di trabocchetto per finire in un cubo virtuale.
Eta Beta, che sua moglie chiama Raffaele, è riuscito a tagliare un water, ha costruito un letto triangolare
munito di rotelle e luci, pareti finte, bagni fasulli, un bancone da bar utilizzando
un negatoscopertine/copio, l’apparecchio che si utilizza negli
studi medici per leggere le radiografie, ha fabbricato una sorta di cubo di plastica
impermeabile per le riprese da effettuare sott’acqua
… E gli attori? Nessun professionista, abbiamo mobilitato tutti,
segretarie, telefoniste, nonni, zii, fratelli, figli, responsabili
di Caritas Ticino, utenti del programma di inserimento professionale , tantissimi
amici e conoscenti. Ciascuno ha cercato di dare il meglio di sé in un clima
a volte teso, a volte simpatico e divertente oppure affaticato. E una volta
di più da quando lavoro in Caritas ho avuto l’impressione che sia
possibile fare di tutto, ma proprio di tutto.
Il film: "Al Sigrid Undset Club"
CH 2001 – Video – Colore
Regia: |
Roby Noris |
Soggetto:
“Il Sigrid Undset Club” è un locale gestito da alcune persone che hanno fatto i conti con la discriminazione. Nel Sigrid Undset Club vengono proposte performance musicali e artistiche e messo a disposizione del materiale informativo sulla legge federale sulla parità introdotta nel 1996 e ancora poco conosciuta. Quattro donne che vivono una situazione discriminatoria in ambito lavorativo, attraverso gli incontri al Sigrid Undset Club trovano le informazioni e il coraggio per combattere e risolvere i loro problemi …
Le storie:
Eveline - architetta, madre di due bambini, separata dal marito si
trasferisce in Ticino per ricostruirsi una nuova vita. La sua appartenenza
al sesso femminile e ancor di più la sua maternità le fanno incontrare costantemente
un rifiuto in ambito lavorativo. Decisa a dire basta si
attiva presentando un’istanza all’autorità competente, riuscendo a ottenere
soddisfazione.
Elena – segretaria in un garage, in continuo contatto con clientela e personale maschile deve sopportare insinuazioni che la umiliano. Il suo ragazzo vorrebbe aiutarla ma la mentalità dominante che tende a sdrammatizzare ha il sopravvento. Attraverso il Sigrid Undset Club e i colloqui con la moglie del capo officina, Elena prende coscienza dei suoi diritti e delle sue responsabilità e riesce a cambiare la situazione.
Eloisa – al momento in cui è prevista una promozione nell’assicurazione presso la quale lavora, la sua candidatura non viene presa in considerazione pur avendo le stesse competenze del collega uomo. Scopertine/copre che da anni vive una discriminazione nell’attribuzione dei compiti, incontra la consulente per la condizione femminile e può scegliere di ottenere garanzie di pari opportunità.
Emma – l’arrivo di un nuovo direttore dell’azienda coincide con l’inizio di pressioni e insidie che la portano dalla perdita della stima di sé e alla malattia. Attraverso un doloroso percorso Emma prende coscienza che è vittima di mobbing e decide di reagire. Si lancia in politica per denunciare ogni forma di sfruttamento e di discriminazione, raggiungendo un successo insperato.